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al testo di Gian Piero Stefanoni
Donna lapita e centauro
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(su un frammento dal tempio di Zeus ad Olimpia)
Non scompone la lotta la sua grazia ma la rinsalda al turgore che fuoriesce dal mistero.
Fiore d'eros che ai suoi occhi ci sa fertili nella nudità del pericolo dà nome vinto il terrore prima dell'offesa.
Privazione (abbandono) perdita il centauro che nella quarantena contrasta e morde.
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Arcangelo Galante
- 09/04/2020 12:37:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Le metope del Partenone sono i pannelli scultorei marmorei, originariamente situati sulle pareti esterne del Partenone, ad Atene, di cui costituivano parte del fregio. Se non erro, però, una parte dei fregi fu distrutta, con la conseguenza che, quelli restanti, sono divenuti oggetto di approfonditi studi nonché di ipotetiche interpretazioni. Ma, collegandomi all’opera, le descrizioni fatte sull’argomento affrontato hanno una doppia funzione: da un lato, rappresentano scene ben note della mitologia e della storia, mentre, più in generale, esse sono state pensate come rappresentazione del trionfo della ragione e dellordine, in genere sotto forma di greci ateniesi o dei loro dei, sulla passione animalesca e il caos, simboleggiato proprio dalla figura del centauro. Il bravo autore ha saputo cogliere tali aspetti peculiari, mostrando liricamente la propria chiave di lettura. Certamente un testo ben congegnato nel rivelare l’idea del poeta, in merito all’impressione suscitata da un frammento del tempio di Zeus ad Olimpia. Compimenti meritati per l’ottimo risultato visivo, ottenuto con la scelta di versi accurati, insiti nel messaggio inteso trasmettere al lettore. Bravissimo!
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